Rassegna stampa RomaSette – Bambini come “grumi di materia”: chieste le dimissioni di Ravera
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Chieste le dimissioni dell’assessore regionale alla Cultura e alle politiche giovanili Lidia Ravera per incompatibilità con il ruolo pubblico che ricopre. Destinatario: Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio. A firmare la richiesta indirizzata al governatore, oltre 500mila cittadini, indignati e offesi dalle dichiarazioni dell’assessore-scrittrice sull’inopportunità di dare sepoltura alla spoglie dei bambini morti in utero, pubblicate sul blog che Ravera cura sul giornale on line Huffington Post. Un testo scritto a seguito della recente ridefinizione del regolamento di polizia mortuaria del Comune di Firenze operato dalla giunta di Matteo Renzi, di fatto un atto dovuto per adempiere alle legge italiana che prevede dal lontano 1939 l’obbligo della sepoltura in caso di morte endouterina dopo la 28 settimana di gravidanza e che, dal 1990, stabilisce che al di sotto di questa età gestionale la sepoltura sia facoltativa . I genitori, cioè, se vogliono, entro 24 ore, posso richiederla, altrimenti l’ospedale procederà allo “smaltimento” come “rifiuto ospedaliero”.
Per Ravera questi atti sono «un attacco alla 194», la legge sull’aborto. «Ha ironizzato su un diritto riconosciuto in qualunque Paese civile, dando sfoggio di sarcasmo e ridicolizzando le scelte delle donne colpite da perdita prenatale», commenta Alfredo Vannacci, medico, fondatore, con la moglie Claudia Ravaldi, di CiaoLapo Onlus, associazione apolitica e aconfessionale che dal 2007 si occupa di tutela della gravidanza a rischio e della salute perinatale. Donne che Ravera definisce «mamme mancate», che «non sono riuscite a portare a termine il loro dovere di animali al servizio della specie». Donne il cui diritto a seppellire il figlio mai nato, per Ravera, è «diritto di seppellire grumi di materia», è «uno splatter» che la politica e «i vari Movimenti per la vita (dei feti, non delle madri)» propongono «per celebrare i diritti di chi non c’è». Diritto ignorato da un assessore regionale, che lo liquida come «una delle tante crociate del superfluo». Di più: «Una forma di sadismo di Stato. Un’ingerenza intollerabile. Oltreché una palese buffonata» mandare le «non-mamme» a «piangere su un quadratino di terra smossa».
«Parole offensive per centinaia di genitori in lutto e donne interessate da problemi di abortività che ci hanno scritto chiedendoci di far qualcosa», spiega Vannacci che a nome dell’associazione ha inoltrato a Zingaretti e alla sua giunta la richiesta di dimissioni di Ravera, firmata insieme alla moglie. «Finora non abbiamo ricevuto risposta». Solo silenzio, assordante, dalle istituzioni e dai media. Per questo motivo ieri, mercoledì 6 novembre, CiaoLapo con i suoi 4mila associati ha inviato la richiesta anche ai consiglieri regionali. Richiesta alla quale chiunque può aderire inviando personalmente una mail alla Regione (il testo è scaricabile sul sito dell’associazione). Come hanno fatto già 300 persone.
In tutto, sono più di 500mila i cittadini del Lazio membri delle 50 associazioni del Forum delle associazioni familiari della regione che, attraverso la presidente Emma Ciccarelli, ieri hanno scritto a Zingaretti per chiedere le dimissioni di Ravera. «Come donne – dichiara Cicarelli – rivendichiamo l’alto valore sociale della maternità e del ruolo femminile nella società: stati difesi e tutelati dal nostro ordinamento giuridico. Riteniamo la difesa e la promozione della vita umana una priorità dello Sato, come da articolo 2 e 31 della Costituzione che il presidente Zingaretti rappresenta».
«In nome di quale autorità culturale e scientifica – domanda Giuseppe Noia, presidente dell’Associazione italiana ginecologi ostetrici cattolici (Aigoc) – questo rappresentante del servizio pubblico può affermare che gli embrioni e i feti sono “grumi di materia”? Ci riesce molto difficile capire come un assessore alla Cultura della Regione Lazio sia così poco informato, su ciò che dice la scienza sul protagonismo biologico dell’embrione e del feto, sulla sua relazionalità con la madre e sulla sua capacità di mandare cellule staminali guaritrici alla madre, sul fatto che può essere curato in utero come un paziente adulto. Ma soprattutto colpisce il livore che offende il concetto del “figlio” termine mai usato da Ravera».
A richiedere le dimissioni dell’assessore anche l’associazione La Quercia Millenaria, di cui Noia è socio fondatore insieme ai coniugi Sabrina Pietrangeli e Carlo Paluzzi, oltre che vice presidente, che da 9 anni è impegnata nell’accompagnamento delle gravidanze ad alto rischio in presenza di malformazioni fetali. «Quando – afferma la presidente Sabrina Pietrangeli – non è possibile guarire i bambini con la chirurgia fetale, in accordo con i genitori, ci affianchiamo loro donando alla coppia tutti gli strumenti per poter accompagnare con serenità i loro bimbi alla conclusione naturale della loro vita. Nel continuum genitoriale di cura del proprio figlio viene spontaneo il procedere con la sepoltura. È una richiesta non solo legittima ma necessaria ad elaborare il lutto in modo sano».