Rassegna stampa – Omniroma – CRISI FAMIGLIE LAZIO
Omniroma-CRISI, RICERCA: FAMIGLIE LAZIO PREOCCUPATE PER FIGLI, ECCO DOVE TAGLIANO
(OMNIROMA) Roma, 19 SET – “La preoccupazione maggiore per le famiglie del Lazio riguarda il futuro dei figli”. Questo, secondo quando comunica una nota, uno dei risultati di una ricerca sul welfare nel Lazio realizzata nell’ambito del progetto «Welfare, Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali» di Censis e Unipol, con la collaborazione del Consiglio regionale Unipol Lazio.
“La paura più diffusa nel Lazio è il rischio di ammalarsi (per il 37,7% delle famiglie) – prosegue la nota – Ma il timore più avvertito dalle famiglie della regione rispetto al resto del Paese è il futuro dei figli (per il 32,3% contro il 26,6% registrato a livello nazionale), poi la non autosufficienza (27%), la situazione economica (23,4%) e il lavoro (22,4%)”.
Sul fronte consumi,”la congiuntura economica sfavorevole – si legge ancora nella nota – influenza le scelte e i comportamenti delle famiglie. La strategia prevalente per fronteggiare le difficoltà è la razionalizzazione, con la riduzione di sprechi ed eccessi, adottata dall’82,5% delle famiglie del Lazio. Molte sono le famiglie orientate alla ricerca di opportunità di risparmio e alla riduzione dei consumi in vari ambiti, da quello alimentare (il 64,5% nel Lazio e il 72,8% in Italia), alla convivialità del ristorante (il 53,2% nel Lazio e il 58,7% in Italia), fino agli spostamenti e ai mezzi di trasporto (il 48,6% nel Lazio e il 59,6% in Italia)”.
Con quali strumenti affrontare i bisogni socio-assistenziali di domani? “Il 44,7% delle famiglie nel Lazio – si legge ancora nella nota – si aspetta da parte del soggetto pubblico una copertura sufficiente (si tratta di chi non ha alternative alla copertura pubblica per ragioni economiche), il 46,1% integrerà i servizi pubblici con quelli privati pagando di tasca propria, il 9,2% (contro il 9,8% a livello nazionale) considera il ricorso a strumenti assicurativi e finanziari privati. Di questi ultimi, il 7,1% (il 5,7% nella media Italia) propende per un modello di welfare mix, integrando la copertura pubblica con le prestazioni finanziate tramite mutua o assicurazione, e il 2,1% (il 4,1% a livello nazionale) pensa di affidarasi completamente al privato grazie a strumenti assicurativi. Emerge così una consapevolezza diffusa che la copertura pubblica necessiterà di integrazioni private. Ma la cultura dell’autoregolazione e dell’out of pocket rimane ancora largamente dominante, con un mercato delle prestazioni assistenziali fortemente disomogeneo”.
“La fotografia restituita dalla ricerca presentata quest’oggi – commenta nella nota Pierluigi Stefanini, Presidente di Unipol – ci conduce a prendere sempre più consapevolezza del fatto che gli attuali assetti di welfare non sono più in grado di rispondere ai nuovi bisogni socio-assistenziali della famiglie italiane, nonché ai cambiamenti strutturali dell’economia, ai trend demografici e al nuovo mercato del lavoro”
“Preoccupa quanto emerge da questa ricerca – aggiunge Claudio Di Berardino, segretario generale della Cgil Roma e Lazio e presidente del Consiglio regionale Unipol Lazio – preoccupa e allarma perchè vi si legge un progressivo sgretolamento nel corso degli anni del sistema di welfare anche nel nostro territorio, falcidiato da una recessione economica senza precedenti. E’ necessario un nuovo modello di welfare, a partire dal rilancio del ruolo e delle scelte strategiche del pubblico, capace di includere e dare risposte ai disagi vissuti quotidianamente dalle famiglie”.